Perché Settimo Torinese è una città progressista? Come stai mettendo in atto un'agenda progressista per la tua città?
Settimo è una città progressista nel suo DNA, che da sempre ha dovuto e saputo essere innovativa, reinventarsi, ridefinire la propria identità. Era un borgo agricolo di 13.000 persone che tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60 arrivò ad avere 43.000 abitanti. Una crescita esponenziale dovuta all’industrializzazione che ha portato a Settimo immigrazione da tutta Italia, specialmente dal sud. Mancava tutto e fino agli anni ’70 c’erano tutte le condizioni perché si trasformasse in una banlieu. Ma così non è stato proprio per effetto del riformismo progressista e dell’innovazione. Settimo era la città alla fine degli anni ’70 con più casi di tossicodipendenza in Piemonte, oggi è la città con il più alto numero di prestiti librari, e che due anni fa ha sfiorato il titolo di Capitale Italiana della Cultura.
Settimo ha però oggi bisogno di una nuova stagione progressista e innovativa, dopo quelle dei decenni scorsi, che la sappia mettere al passo con le sfide del presente e del futuro e con un mondo che nel frattempo è completamente cambiato. L’agenda del mio mandato punta a reinventare molti servizi sociali e non solo che sono rimasti uguali da decenni, vuole dare sostegno e strumenti nuovi per le imprese e per il lavoro, vuole mettere al centro i giovani e le famiglie con bambini, vuole essere più inclusiva e prendersi maggior cura di chi è in difficoltà senza lasciare nessuno indietro, vuole impostare un rapporto completamente diverso nei confronti degli spazi urbani e dell’ambiente.
Opera di Matteo "Kamel" Burzio sulla facciata de La Suoneria, Settimo Torinese.
Quali azioni hai messo in atto o metterai in atto per far sì che Settimo Torinese diventi una città sostenibile, lavorando per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile?
Per essere sostenibili – dal punto di vista sociale, così come ambientale - le nostre città devono innanzitutto essere sempre più accessibili e inclusive. Devono essere delle “comunità inclusive”, che ritengo un’idea ancora più ampia di quella di “città sostenibile”. Ad esempio, stiamo lavorando per costruire una città a misura di bambino, perché una città che sa cambiare l’ordine delle sue priorità (privilegiando i pedoni rispetto alle automobili, i quartieri rispetto alle città, l’inclusione rispetto all’esclusione) e che è sensibile alle esigenze dei bambini sarà una città più democratica e migliore per tutti.
Biblioteca pubblica Archimede, Settimo Torinese (Crediti: Città di Settimo Torinese / foto di Daniele Solavaggione)
Poi in pochi mesi abbiamo già messo in atto diverse azioni che toccano alcuni Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals) in particolare e insistono sulla riduzione delle diseguaglianze sociali e su un nuovo modo di pensare la città dal punto di vista della sostenibilità (per raggiungerla bisogna prima creare le condizioni che aiutino comportamenti più efficienti da parte dei cittadini): l’accoglienza per l’emergenza freddo per le persone senza fissa dimora ma che fino ad ora non rientravano in nessun programma di assistenza; un coordinamento tra grande distribuzione, ristoratori e scuole per combattere gli sprechi alimentari e distribuire il cibo in eccesso a persone in difficoltà economica; un gruppo di lavoro che coinvolga tutti gli attori del territorio per la realizzazione di azioni di mobilità sostenibile, micro-mobilità e ciclabilità (con programmi “Bike to Work” e “Bike to School”); abbiamo quadruplicato per il 2020 i fondi alle scuole e abbiamo creato una quota di bilancio partecipativo (saranno i cittadini a presentare dei progetti e decidere come usare quei fondi); siamo la prima città in Europa che ha firmato un protocollo con l’International Mixed Ability Sports Europe per aumentare l'inclusione nelle società sportive di persone con disabilità intellettive e fisiche e creare squadre “mixed ability” nelle varie discipline sportive presenti in città e in primavera ci sarà la prima edizione di un festival sportivo che servirà a raccogliere fondi da destinare all’accesso alle attività sportive da parte dei bambini che non possono permetterselo; stiamo creando tavoli di coordinamento tra Comune, imprese e Città Metropolitana per dare supporto di vario tipo alle imprese e al commercio (non era mai successo finora); e altro ancora. Ma c’è ancora molto lavoro da fare e stiamo “seminando” parecchio (e piantando un albero per ogni nuovo nato).
Freidano Eco-Museum, Settimo Torinese (Crediti: Città di Settimo Torinese / foto di Daniele Solavaggione)Come potrebbe aiutarti l'Unione Europea nel rendere Settimo più sostenibile? Come vorresti che l'Europa potesse ancor meglio aiutare le città alla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile?
La grande sfida – specialmente in una città popolosa e industriale come Settimo - è riuscire a estendere l’accessibilità sociale anche a quella ambientale: un territorio come il nostro, che ha visto passare una fortissima industrializzazione e che oggi ha moltissime aziende, ha bisogno di un grande aiuto – sia in termini di strumenti, sia di risorse - da parte dell’Europa per poter compiere una transizione verso la sostenibilità ambientale. È un lavoro lungo e impegnativo, ma è necessario iniziare a svolgerlo ed è fondamentale il dialogo con l’Europa.
Ci sono due fronti in particolare sui quali è determinante che l’Europa ci aiuti. Il primo è rappresentato dai trasporti e dalle infrastrutture viarie: ad esempio, l’interramento della ferrovia (che al momento taglia letteralmente in due la città) costituirebbe una vera e propria rivoluzione dal punto di vista ambientale, sociale, economico per Settimo. Il secondo fronte è sicuramente quello che riguarda le imprese. Settimo è una città post-industriale nella quale ci sono 1200 imprese e quasi 50.000 abitanti. Per raggiungere una maggiore sostenibilità è fondamentale che l’Unione Europea intervenga a livello normativo e in investimenti in termini di innovazione nei confronti delle imprese, per aiutarle nel percorso di riconversione green che altrimenti non può avvenire se non ci sono gli strumenti che lo accompagnino.
Elena Piastra è sindaca di Settimo Torinese. Laureata in linguistica e insegnante, è diventata consigliere comunale a 25 anni, assessore a 27, vicesindaco a 30 e sindaca della città di Settimo Torinese a 35 anni nel giugno 2019, guidando un’ampia coalizione di centrosinistra che ha saputo aggregare liste civiche e associazioni del territorio e costruire un progetto per la città fondato sull’innovazione sociale e sulla sostenibilità ambientale. In questi anni, nel corso della sua attività amministrativa, si è occupata di innovazione, giovani, cultura, bilancio, politiche interculturali e sociali, contribuendo alla transizione di Settimo Torinese verso la smart city e a politiche di inclusione sociale, anche attraverso i progetti culturali e la riduzione del cultural divide (come dimostrato dalla candidatura e dalla vittoria sfiorata a Capitale Italiana della Cultura 2018). Nel 2018 è stata Responsabile Nazionale Scuola del Partito Democratico.